Il mio lavoro è aiutare le persone a risolvere problemi nel corpo, quando la natura fisica di questi problemi è neuro-muscolo-scheletrica. Mi definisco una terapista manuale, cioè mi prendo cura del corpo utilizzando principalmente tecniche manuali, integrando la terapia strumentale (Tecar, Ultrasuoni) solo quando necessaria ed efficace.
Per scegliere un professionista, oltre a verificare che sia una persona etica e preparata, servono sintonia e fiducia. Voglio fornirti alcune informazioni su come ragiono e lavoro, per permetterti di capire se ti senti di rivolgerti a me.
La sintonia si percepisce a pelle, è un sentire che avviene nel corpo. Io credo che ci si debba fidare sempre del corpo, perché è il più grande e perfetto recettore che abbiamo. La fiducia è più una connessione, che può derivare dalla vibrazione della voce o si riconosce nello sguardo dell’altro, ma avendo una componente razionale vuole e cerca conferma nella comunicazione verbale.
Se sei in sintonia con me o ti ispiro fiducia, lo puoi intuire anche da come scrivo, ma per la conferma mi devi conoscere.
Il corpo comunica con sintomi chiari (almeno per me) dove sta male e se mi vuole far accedere, ma può accadere che qualcuno abbia paura o faccia resistenza, anche senza esserne consapevole. Il dialogo è fondamentale per capirsi, comprendere il problema e decidere se vuoi farmi lavorare su di te.
Prima di toccare il corpo, osservo: il volto coi suoi colori, la voce, gli atteggiamenti non verbali, l’assetto del corpo, l’energia di cui dispone per muoversi, respirare. Poi ascolto quello che hai da dirmi con l’anamnesi e la lettura dei referti medici. Quindi verifico queste informazioni effettuando dei test osteopatici e fisioterapici.
Solo a questo punto accedo al corpo e fino a questo momento ho cercato di non farmi idee sul se e sul come posso trattare, finché non trovo conferma di quello che serve.
Il primo contatto è leggero, a mano aperta per la percezione dello stato termico, essudativo, di idratazione, di pulsazione (circolatoria, fasciale, cefalorachidiana), ristagno di liquidi, carica energetica locale, eccessi e vuoti di Qi, manifestazioni dei 5 elementi di medicina cinese.
Poi cerco i dettagli, con le dita. Sulla pelle si trovano le tensioni, i tender point, le alterazioni di superficie dei trigger point, i meridiani, i dati di sensibilità superficiale. Con un tocco selettivo, delicato e più profondo posso scendere sotto la superficie ed incontrare in via indiretta le resistenze, gli scorrimenti, le ipo o iper mobilità sottostanti.
Il trattamento inizia quando ho abbastanza elementi per iniziare a sciogliere e sbloccare.
Credo in un migliore recupero e potenziamento della forza in seguito allo spegnimento del dolore. Tendo a non fare esercizio terapeutico se il paziente ha del dolore attivo, o comunque consiglio sempre di non allenare il dolore, ma di stare sempre sotto la soglia di attivazione dolorifica.
Come diceva il mio Prof. Barindelli (metodo Sahrmann): “Ottieni ciò che alleni”.
Quindi se per esempio alleni un muscolo duro, costruisci forza sulla rigidità. Se alleni un’articolazione che ti fa male, danneggi i tessuti molli prima e poi l’osso.
Ognuno di noi è assemblato a suo modo e anche se trovo i punti di accesso al tuo corpo, non è certo che io ti possa aiutare, perché le variabili possono essere molte… ma una cosa la so: sono una che si impegna.
A livello di studio, mi piace accogliere le persone in un ambiente pulito e curato. Per lavorare devo essere concentrata, non uso musica. Preferisco non parlare di argomenti non attinenti al problema su cui sto lavorando, a meno che il paziente senta di dovermi raccontare qualcosa per aiutare la risoluzione del suo caso o per sentirsi più a suo agio.
Ascolta come ti senti adesso che sai qualcosa di me: se ti ispira, ti aspetto.