Credo che questo sistema di stretching, cioè di allungamento miofasciale, sia quello che dà maggiori risultati stabili nel tempo.
Essendo un metodo attivo, è fondamentale la coerenza tra esercizio scelto e problema da risolvere, oltre a far comprendere al paziente tutte le fasi del processo.
Il mio approccio prevede:
- identificare le aree in chiusura o in retrazione
- verificare se sia prima necessario lavorarle con neuromodulazione, massoterapia, o altre tecniche.
- verificare se al movimento sia ancora presente dolore, nonostante i trattamenti (questo capita in caso di lesioni o alterazioni strutturali non risolvibili del tutto, es. ernie, severa artrosi, ecc.)
- valutare se il corpo ha bisogno di un allungamento globale e/o se dobbiamo lavorare localmente ed in che sequenza
- scegliere come lavorare: isometrico, concentrico, eccentrico
- impostare una buona sequenza di lavoro, con difficoltà progressiva
- far comprendere al paziente che stiamo allungando e rinforzando gradualmente
Quello che è possibile fare ed ottenere dipende dalle condizioni del paziente.
Lavoro preferibilmente a corpo libero. L’obiettivo del mio lavoro è riabilitativo e ciò prevede anche di ricondizionare il corpo, cioè renderlo in grado di svolgere le sue attività quotidiane, precedenti all’insorgere del problema, compreso ritornare in palestra per gli allenamenti.
Il mio compito è quello di portare un corpo che si è fatto male a recuperare, capendo che cosa gli serve, cosa lo aiuta e anche cosa lo ha danneggiato e cosa da ora in poi non gli farà bene. Per questo è possibile, o talvolta necessario, cambiare qualche comportamento una volta che si ritorna alle proprie cose.
Parte del mio compito è anche trasmetterti una nuova consapevolezza di te e del tuo corpo, affinché tu possa continuare il lavoro che abbiamo fatto insieme al Laureato in Scienze Motorie , il quale di fronte ad un corpo ben riabilitato potrà farlo performare al suo massimo livello.
Se ti ispira il mio approccio per recuperare flessibilità, contattami.